Mindfulness al lavoro: un percorso possibile di Alessandro Zabotto

I percorsi professionali sono spesso segnati da nuove situazioni che possono incidere positivamente o negativamente sulla percezione della vita di ognuno; gli ultimi 8-10 anni sono stati difficili in quanto ricchi di episodi legati alla chiusura riconversione di molte aziende e dei lavoratori impiegati. Veri e propri traumi socio-individuali riecheggiano nella memoria di intere comunità e delle persone al loro interno. Dal Vocabolario on line www.treccani. it, ecco la definizione di trauma: dal greco “ferita”, grave alterazione del normale stato psichico di un individuo, conseguente a esperienze e fatti tristi, dolorosi, negativi, che turbano e disorientano. Una possibile soluzione per il ri-equilibrio dell’alterazione psichica è stata individuata nella mindfulness, una tecnica per recuperare consapevolezza e centratura di sé.

Ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, hanno progettato una ricerca – azione volta ad individuare un percorso psicologico per aumentare la consapevolezza e l’accessibilità alle risorse psicologiche personali, attività rivolta sia agli occupati che ai disoccupati. “Il percorso psicologico ha previsto 8 incontri strutturati con cadenza settimanale ed una giornata intensiva finale. Durante questi incontri vengono proposte tecniche meditative e di consapevolezza, con l’obiettivo indiretto di incentivare la motivazione al cambiamento, l’empowerment, l’individuazione e lo sviluppo delle risorse personali, la capacità di coping e la gestione dello stress” (Riv. Med Lav. 2016; 107, 4: 300-306). Ai partecipanti sono stati assegnati anche dei compiti domestici con un impegno di almeno 20 minuti al giorno attraverso esercizi psico-educazionali e cognitivo-comportamentali.

I risultati sono stati significativi: aumento della qualità della vita e del benessere, aumento della capacità di resilienza e di coping. E’ soprattutto quest’ultimo fattore a caratterizzare un andamento positivo; Lazarus e Folkman (1984) definiscono il concetto di strategie di coping come l’insieme degli sforzi comportamentali e cognitivi, volti alla gestione di specifiche richieste esterne o interne, valutate come situazioni che mettono alla prova o che in ogni caso eccedono le risorse di una persona. Maggiori capacità di adattamento ai fattori stressanti significano più strumenti per l’integrazione lavorativa e sociale. La percezione di uno stato di maggior benessere, aiuta di fatto le persone alla ricerca di nuove soluzioni lavorative e anche quelle impiegate, nel contenimento dello scoraggiamento per le difficoltà della ricerca di nuove prospettive e di quell’inerzia che trascina molte persone a situazioni di vita tragiche.

La collaborazione tra Medici del Lavoro e gli Psicologi del Lavoro può condurre a nuove frontiere nella gestione dell’annosa questione della vita professionale dei lavoratori; non solo intervenire a posteriori per gestire il trauma derivante da trasformazioni del mondo del lavoro e del mercato, ma attuare una vera prevenzione attraverso il rinforzo psico-strutturale dei lavoratori: mindfulness come apristrada con risultati importanti benché minimi, certamente molte altre tecniche potrebbero essere impiegate per migliorare la percezione del benessere in azienda e fuori.

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